Pagina:Tigre Reale.djvu/115

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manifestarsi, e svanì istantaneamente. Carlo sedette accanto a lei su di una sedia bassa, abbordò da buon marino la spinosa difficoltà del tu, e si misero a discorrere come se la loro conversazione fosse stata interrotta soltanto dal giorno innanzi. Ella respirava liberamente e gli sorrideva quasi per ringraziarlo del gran peso che le toglieva dal petto. — Sai, le diceva il cugino; mi facevi un po’ suggezione prima di rivederti; adesso sei una matrona, hai dei figli! È bello il tuo bambino? Se non fosse stata la zia avrei rimandato la mia visita a domani, come un poltrone che piglia tempo. Appena t’ho vista m’è sembrato che ti avessi lasciata ieri, in quella piccola anticamera gialla, ti rammenti? e ti ho dato subito del tu come allora, perchè ti ho trovata sempre la stessa... cioè no, adesso ti sei fatta più bella. E il tuo bambino, me lo fai vedere?

— Sì, anzi, desinerai con noi; ti presenterò a mio marito.

— Lasciamolo là il marito, è sempre una bestia antipatica. Ti pare che potrei darti del tu se egli