Pagina:Tigre Reale.djvu/73

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luto morire per me, e siccome era bello e poeta, un po’ come voi, diceva tutto ciò in modo seducente; tutti i nostri vicini di campagna parlavano delle nostre follie. Che m’importava? io ero stata felice di provare a lui che gli gettavo sotto i piedi anche la mia riputazione come gli avevo gettato il mio orgoglio, le mie ripugnanze, e tutto. Mio marito non mi ama, non è geloso, ma è perfetto gentiluomo, e non potendo battersi col suo rivale avrebbe saputo che il suo dovere era di bruciare le cervella a lui e a me; allora trovavasi al Caucaso: dopo sei mesi fui costretta a raggiungerlo a Pietroburgo per passarvi l’inverno. Mi parve di morire. Dolski mi scriveva delle lettere che mi davano delle notti insonni e febbrili. Finalmente perdetti interamente la testa, e in un breve intervallo che il conte era assente mi misi in viaggio, feci il lungo viaggio nel cuor dell’inverno, a cavallo, in carrozza, in slitta, come potei, per andare a raggiungere il mio amante... quell’uomo ai piedi del quale mi sarei inginocchiata, io che avevo