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108 parte

fatte, si possono vedere i soprallodati autori, il Bruckero, io dico, il Fabricio, il Montucla (Hist. des Mathém. t.1, p. 137 e 188). Il Bruckero attribuisce ancora ad Archita l’invenzion della troclea ossia carrucola, e della coclea ossia vite; ma non allega autore alcuno che ciò affermi; e noi vedremo frappoco che la gloria di tali invenzioni più probabilmente si concede ad Archimede. Quale stima si acquistasse egli, chiaro si scorge dalla maniera con cui ne favellano gli scrittori. Orazio tra gli altri il chiama Misuratore della terra e del cielo e delle innumerabili arene, e uomo che sulle celesti sfere ardito avea di sollevarsi e di aggirarsi (l. 1, Od. 23). “In quest’Ode medesima Orazio accenna l’infelice morte di Archita, che perì naufrago presso le spiagge della Puglia, in un luogo che dicevasi Litus Matinum„. Nè alle scienze soltanto si ristrinse la gloria d’Archita, ma quella ancora di guerriero conseguì egli felicemente. Più volte condusse al combattimento le truppe della sua patria; e condotte da lui, mai non furono vinte; appena egli ne ebbe deposto il comando, furono rotte e disperse (V. Bruck. loc. cit.).


Fama di Archimede, e scrittori che ne hanno illustrata la Vita. XVI. Assai maggior nondimeno si fu la fama che si acquistò Archimede, di cui possiamo dire con ragione che quando l’Italia altri antichi matematici non avesse a vantare, di questo solo potrebbe giustamente andar lieta e superba. Io non recherò qui gli elogi che di lui leggonsi presso gli antichi scrittori, che buoni giudici non sembrerebbero essi forse ad alcuno, poichè vissuti in tempo in cui la matematica