Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo I, Classici italiani, 1822, I.djvu/232

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storia delle vicende accadute in Sicilia a Platone presso il Bruckero che le ha con somma diligenza esaminate e raccolte (Hist. Cr. Phil. t. 1, p. 649, ec-) „ e in un’erudita dissertazione del celebre P. Edoardo Corsini de’ Viaggi di Platone in Italia, inserita nelle Simbole del proposto Gori (t. 6, p. 80). Veggansi ancora presso Diodoro (l. 16, p. 461) le pazzie e il furore a cui Dionigi si lasciò trasportare perchè i suoi versi non furono da alcuni lodati, com ei pretendeva, e perchè i comici da lui mandati a’ giuochi olimpici, affinchè vi cantassero i versi da lui composti, ricevuti furono colle fischiate. Io non debbo trattenermi in tali cose più a lungo; perchè se alla storia di quelli che in Italia coltivarono e fomentaron le scienze, aggiugner volessi ancora la storia di quegli che un tal vanto si arrogarono scioccamente, troppo ampio argomento mi si offrirebbe a trattare così per riguardo a’ tempi più antichi, come ancor per riguardo a’ tempi meno lontani.


Fin quando durasse in quelle provincie la lingua greca. XXXVIII. “A conchiudere ciò che appartiene alla letteratura della Magna Grecia e della Sicilia, resta a vedere fin quando in quelle provincie, e in quelle della prima singolarmente, continuasse la lingua greca ad esser quella non solo degli scrittori, ma ancor del volgo. Egli è assai verisimile che la vicinanza de’ Romani colla Magna Grecia facesse agli abitanti di questa conoscere la lor lingua; e benchè essi superbamente chiamasser barbari tutti que’ che non erano Greci, molti nondimeno tra essi avran cominciato a coltivare la lingua latina. Nell’anno di Roma 487 tutta la Magna Grecia