Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo I, Classici italiani, 1822, I.djvu/276

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libro secondo 227

costretto a porsi in conto di famiglio presso un mugnaio, e coll’aggirare la macina guadagnarsi il vitto, nel quale penoso esercizio tre altre commedie egli compose.


Sue commedie. XVIII. A’ tempi di Gellio, circa cento trenta erano le commedie che sotto il nome di Plauto correvano per le mani. Ma egli stesso avverte (ib.) che molte falsamente gli venivano attribuite; e aggiugne che un certo Lelio, cui egli chiama eruditissimo uomo, diceva venticinque sole esser di Plauto, le altre essere di altri antichi poeti, ma ritoccate e ripulite da Plauto, il quale perciò di esse ancora erasi creduto autore. Di tutte queste commedie venti sole ci sono rimaste. Le lor diverse edizioni e i molti comenti sopra esse fatti si posson vedere presso il Fabricio che diligentemente secondo il suo costume gli ha raccolti (Bibl. lat.l. 1, c. 1). Noi al fine di questo volume accenneremo e le migliori edizioni e i comenti più utili e le eleganti traduzioni che ne abbiamo. Il che faremo di tutti gli autori de quali avverrà nel decorso di quest’opera di ragionare; perciocchè ci è sembrato che cosa troppo noiosa riuscirebbe, se ad ogni passo dovessimo, per così dire, arrestarci, e con lunga serie di editori, d’interpreti, di traduttori interrompere il corso di questa Storia.


Giudizio di esse, XIX. Non tratterrommi io qui a riferire i diversi giudizii che delle commedie di Plauto si son portati. Che non sieno in ciò concordi i moderni, non è maraviglia. Non vi ha quasi autore intorno a cui non si trovino giudizi tra loro affatto contrarii non che diversi. Veggansi le opere