Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo I, Classici italiani, 1822, I.djvu/429

Da Wikisource.

38o PARTE TERZA meritevole essa pure di aver luogo nella storia letteraria (li Roma insiem con altre illustri matrone che già abbiam rammentate, e poscia ancora rammenteremo. X. Alle vicende a cui fu soggetta la gloria di Ortensio, non fu già ella soggetta la gloria di Cicerone di cui ora entriamo a parlare. Al primo suo comparire nel Foro comparve grande oratore. La fama che le prime cause da lui trattate gli conciliarono, gli fu sempre accresciuta da quelle che venner dopo. E la sua morte, e tutto il lungo corso de’ secoli che dopo essa è trascorso , ci ha ben potuto rapire alcune delle sue orazioni, ma non gli ha mai potuto togliere il primo luogo tra gli oratori; e finchè durerà il buon gusto in alcuna parte del mondo, Cicerone vi sarà letto, ammirato, e, quanto è possibile, imitato. Niuno si aspetta , io credo, che io prenda qui a tessere il racconto della sua vita (a). Troppo essa (a) A intender meglio le cose che qui e altrove raccontiamo di Cicerone, ecco una breve notizia delle principali epoche della sua Vita , secondo il Middleton. Nato in Arpino l’anno di Roma 647 da Marco e da Elvia di lui moglie, e istruito ne’ boni studi, cominciò verso l’età di ventisei anni a trattar le cause nel Foro. Viaggiò poscia in Grecia, e tornatone fu nominato questore l’anno 678, e con tal titolo stette l’anno seguente in Sicilia. Fu eletto edile l’anno 683, fu pretore nel 687, e console nel 690 , nel quale anno scoprì e sciolse la congiura di Catilina. Ma questa stessa congiura , e l’odio in cui per essa egli cadde presso i congiurati rimasti vivi e presso i loro fautori, gli fu poscia cagion dell’esilio da Roma, che dovette sostenere cinque anni appresso. Richiamatone l’anno seguente,