Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo I, Classici italiani, 1822, I.djvu/63

Da Wikisource.
14 prefazione

giorno col recare al suo compimento un’opera a cui non potranno le straniere nazioni contrapporre l’uguale. Ciò non ostante niuna di queste, o di altre opere di somigliante argomento non ci offre un esatto racconto dell’origine, de’ progressi, della decadenza, del risorgimento, di tutte in somma le diverse vicende che le lettere hanno incontrato in Italia. Esse sono comunemente storie degli scrittori, anzi che delle scienze; e quelle a cui questo secondo nome può convenire, son ristrette soltanto o a qualche particolare provincia, o a qualche secolo determinato. Il Leibnizio bramava che un’opera di tal natura fosse intrapresa dal celebre Magliabechi (Ep. Germ. ad Maliab. p. 101); ma non sappiamo ch’egli pensasse a compiacerlo. L’unico saggio che abbiamo di una storia generale dell’italiana letteratura si è l’Idea della Storia dell’Italia Letterata di Giacinto Gimma, stampata in Napoli l’anno 1723 in due tomi in quarto, opera in cui sarebbe a bramare che l’autore avesse avuto eguale a un’immensa lettura anche un giusto criterio, e a un’infinita copia un saggio discernimento. Se vi ha alcuno a cui io cada in sospetto di volermi innalzare sulle rovine altrui, il prego a leggere egli stesso l’opera accennata, e a giudicare per se medesimo se io ne abbia recato troppo disfavorevol giudizio. Certo così ne ha pensato anche chi naturalmente dovea esser portato a lodarla, cioè il dott. Maurodinoia che ha scritta la Vita di questo autore (Calogerà Racc. d’Opusc. t. 17, p. 418), e che confessa che in quest’opera deesi bensì lodare l’intenzion