Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo I, Classici italiani, 1822, I.djvu/92

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dell’olimpiade xc furono tra essi pittori cui egli annovera; e certo è presso tutti, soggiugne Plinio, che un quadro di Bularco greco pittore fu circa il tempo di Romolo comperato ad oro, cioè verso la xviii olimpiade. Questa è la più antica epoca che della pittura de’ Greci si possa trovare; e, ciò che è più strano, egli è convenuto che un Italiano, cioè Plinio, l’additasse a’ Greci, ricercatori per altro solleciti delle lor lodi.


Prima di loro la conobber gli Etruschi. X. Ma Plinio stesso, benchè abbia l’onor de’ Greci innalzato più ch’essi non isperavano, si fa nondimeno a mostrare che maggior lode ancora si debbe in questo all’Italia, e che tra noi perfetta era già arte del pingere quando fra’ Greci cominciava appena a nascere e dirozzarsi. Parla egli (ib. c. 3) di un tal Cleofanto da Corinto, di cui dice che fu il primo a usar di qualche colore nella pittura. Quindi soggiunge: Hunc aut eodem tempore alium fuisse, quem tradit Cornelius Nepos secutum in Italia Demaratum Tarquinii Prisci Romani Regis patrem... mox docebimus. Jam enim absoluta erat pictura etiam in Italia. Extant certe hodieque antiquiores urbe picturae Ardeae in aedibus sacris, quibus quidem nullas aeque demiror tam longo aevo durantes in orbitate tecti veluti recentes. Similiter Lanuvii, ubi Atalanta et Helena cominus pictae sunt nudae ab eodem artifice, utraque excellentissima forma, sed altera ut virgo, ne ruinis quidem templi concussae.... Durant et Caere antiquiores et ipsae. Tutto questo passo ho qui voluto recare perchè chiaramente s’intenda il senso di quelle