Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo I, Classici italiani, 1822, I.djvu/94

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quistione se altre nazioni fuori d’Europa, come i Caldei, i Fenicii, gli Egiziani, ne usassero più anticamente. A me basta il mostrare che niuno usonne in Europa prima degl’Italiani, cioè prima degli Etruschi, a’ quali certamente attribuire si debbono queste pitture più antiche di Roma, di cui Plinio favella. Caere era una delle città degli Etruschi, detta ora Cervetere. Lanuvio e Ardea appartenevano propriamente la prima a’ Latini, a’ Rutuli la seconda; ma come di niuno di questi popoli noi sappiamo che coltivator fosse delle arti liberali, il che è indubitabile degli Etruschi, ella è cosa troppo verisimile che questi dalle altre città confinanti fosser chiamati, allor quando di alcun lavoro di tal natura facea loro bisogno1.

  1. Mentre credevasi che non si potesse negare agli Etruschi la gloria di avere i primi fatto uso in Europa della pittura, ecco uscire in campo i Volsci a lor contrastarla. Si son pubblicati in Roma l’anno 1785 alcuni bassi rilievi in terra cotta dipinti a vari colori, che si conservano in Velletri presso il sig. Giampaolo Borgia, il quale ne fu il felice discopritore. Ci si assicura ch’essi non sono nè egizii, nè etruschi, che hanno uno stile originale, e che, benchè mancanti di proporzioni, hanno nondimeno quella espressione che pruova la perizia e il saper dell’artefice. E poichè Velletri era città de’ Volsci, se ne inferisce che Volsci probabilmente ne furono gli artisti, e il carattere di que’ lavori li fa credere più antichi degli etruschi. A me, che altro non cerco che l’onor dell’Italia, è indifferente questa ricerca; perciocchè italiani erano ugualmente e i Volsci e gli Etruschi. Ma i difensor de’ secondi non ammetteranno forse così facilmente le pruove che si arrecano del primato de’ Volsci in quest’arte. Essi diranno per avventura che anche tra gli Etruschi poteron essere