Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/131

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non mi sembrali forti abbastanza. Il nome di padre si dà frequentemente a’ sovrani, e a quelli singolarmente che colla benevolenza si acquistano il figliale amore de’ sudditi loro; e molto più potea darlo Germanico ad Augusto di cui era pronipote. Domiziano ebbe il soprannome di Germanico, e con esso fu talvolta appellato da quelli che a lui scrivendo, o di lui ancora vivente, voleano adularlo; ma non veggiamo che gli sia poi rimasto così proprio un tal nome che con esso ei si distingua dagli altri, il che non conviene che al nostro Germanico. Ciò che di cesi finalmente de’ poetici studj di Domiziano, è a mio parere il più forte argomento a combattere questa opinione. Perciocchè, se se ne tragga Quintiliano adulator troppo sfrontato di questo imperadore, Svetonio e Tacito ci assicurano che questo studio altro non fu che una finzione da lui usata per acquistarsi fama uguale a quella dell’ottimo suo fratello Tito, e ugual grazia presso il padre; ma che egli fu e prima e poscia nemico sempre de’ poetici studj. Or io intenderò facilmente come a tal fine potesse Domiziano scrivere all’occasione alcuni brevi componimenti per aver nome di valoroso poeta, ma che egli a due penose e difficili traduzioni di due non brevi poemi greci si accingesse solo per sostenere il personaggio, cui volea fingere, di poeta, non potrò certo pensarlo. Aggiungasi, che lo stile n’è più colto assai di quello ch’esser potesse a’ tempi di Domiziano, e in un poeta che non curandosi punto di poesia, volea nondimeno esserne creduto studioso coltivatore.