Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/214

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memoria però gli venne meno, come suole, in vecchiezza; nella quale fino a qual anno ei giugnesse, nol possiamo con certezza affermare. Ei viene appellato col nome di retore per l1 opera che die alla luce, e per distinguerlo dal filosofo; ma eh1 ei tenesse pubblica scuola d’eloquenza, non abbiamo argomento alcuno ad asserirlo. IX. Di lui abbiamo un libro di Suasorie, ossia di orazioni in genere, come diciamo, deliberativo, nelle quali preso l’argomento da qualche passo storico, o favoloso, s’introduce alcuno a deliberare ciò che in esso gli convenga di fare; e i frammenti di dieci libri di Controversie, cinque soli de’ quali ci son giunti interi, in cui si trattano cause sul modello del foro e de’ tribunali, ossia si arrecano i sentimenti e i pensieri con cui potrebbonsi acconciamente trattare. Esse, trattine i proemii e alcune riflessioni che vi sono sparse per entro, non son veramente opera di Seneca. Altro ei non ha fatto, come egli medesimo si dichiara, che raccogliere ciò che da parecchi erasi o detto, o scritto su quell’argomento; e veggonsi sempre nominati gli autori dei passi ch’egli arreca. Ma questi passi son veramente degli autori a’ quali Seneca gli attribuisce (18)? (’) 11 sig. ab. Lampillas (t. 1, p. g41 51 è accinto a levar di mezzo lo scrupolo insorto alV ab. Tiraboschi, se i passi dei retori arrecati da M. Seneca siano veramente de-gli autori ai quali Seneca gli attribuisce. A ine non pare eh’ei sia stato troppo l’elice in toglierlo. Nondimeno io lascio che ognun confronti le sue colle mie ragioni, e ne decida come meglio gli sembra. Tiuaboschi, Voi. II. 12 IX. Sue suasorio c controversie , « loro carattere.