ritienile tutti i più ragguardevoli onori, fatto
questore, tribuno della plebe, pretore, console , soprastante all’erario di Saturno e al
militare, e finalmente governatore del Ponte e
della Bitinia. Di questi onori ei fu debitore singolarmente alla liberalità di Traiano, il quale
fu verso di lui sì umano e cortese, che perorando Plinio un giorno innanzi a lui, e parlando con impeto non ordinario, l’imperadore
il fe’ più volte amorevolmente avvertire da un
suo liberto, che avesse maggior riguardo alla
debolezza del suo fianco e della sua voce (Plin.
l. 2, ep. 11). Dalla sua provincia scrisse egli
la celebre lettera a Traiano intorno a’ Cristiani,
esponendo la loro innocenza e la costanza lor
nei tormenti, e chiedendo all1 imperadore di
qual tenore con essi dovesse usare. Ella è uno
de’ più gloriosi elogi che alla religion cristiana
si sian mai falli 3 ma non è del mio argomento
il trattarne più lungamente. Quindi ritiratosi a
una sua villa detta Laurentino, vi passò tranquillamente il resto de’ suoi giorni. In qual anno
morisse, non può di certo affermarsi3 ma credesi che ciò seguisse l’anno duodecimo di
Traiano, essendo egli in età di cinquantadue
anni. Egli visse amico de’ più celebri e de’ più
dot!i uomini che allor fossero in Roma, come
dalle sue lettere si raccoglie; e queste insieme
fanno chiaramente conoscere l’onesto e virtuoso uomo ch’egli era. Non si può a meno
leggendole, dice M. de Sacy préf. à la traduct.
des Lettres de Piine), di non con< epin affetto
e stima per chi le scrisse. Si prova un cotal
desiderio segreto di rassomigliare al loro autore,
Tikaboscui, Voi. 11. i3