Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/231

Da Wikisource.
194 libro

Voi non vedete in lui che sincerità, disinteresse, riconoscenza, frugalità, modestia, fedeltà pe’ suoi amici anche a pericolo delle disgrazie e perfin della morte; e orrore al vizio finalmente, e passione per la virtù. In fatti vi s’incontrano ad ogni tratto esempj non ordinarj delle morali virtù di cui Plinio era adorno. Oltre il denaro dato, come s’è già detto, alla figlia di Quintiliano ed a Marziale, egli volle addossarsi tutti i debiti di un suo amico, e lui morto, non volle che l’unica figlia rimastagli , e a cui egli avea già data un’ampia dote, gli fosse debitrice di cosa alcuna (l.2, ep. 4)5 e in più occasioni essendo dichiarato erede da’ suoi amici, diede sincere prove del suo disinteresse, or rinunciandone parte in altrui vantaggio, or non facendo valere i suoi giusti diritti (l. 4> ep. 10; l. 5, ep. 1 e 7); e praticando sempre egli stesso ciò che insegnava ad altrui. Vuolsi qui avvertire un errore degli Enciclopedisti (20) che tra gli antichi atei hanno annoverato ancora Plinio il Giovane (t. 1, art. « Athée «). INiuno , eh’io sappia , gli ha mai data una tale accusa, ed essi certamente hanno per error nominalo il giovaue in vece del (a) OnanJo io qui e altrove nel decorso di quest’opera parlo della Enciclopedia e degli Enciclopedisti, intendo ili favellare dell.» prima edizion di quel!’opera che sola aveasi allor quando io t ubblicai questa Storia. Giova sperare che gli errori nè leggieri nè pochi che in essa trovavansi saranno emendali nella nuova edizione divisa per materie, che già da alcuni anni se n’è cominciata a Parigi. e di cui una ristampa ancor piti corretta e accresciuta si è intrapresa in Padova.