che trovami, olire alti e edizioni, in quella di
Palercolo l’atta in Leyden per opera di Pietro
Burmanno l’anno 1719 (23).
III. Di lui abbiamo due libri* di Storia, ma
il primo di essi mancante per tal maniera; che
appena si può raccogliere qual argomento egli
avesse preso a trattare. Giusto Lipsio pensa,
e parmi che a ragione, eli’ ci si fosse prefisso di formare un compendio di storia generale de’ tempi e de’ popoli antichi, e di scender quindi a narrar più ampiamente ciò che
apparteneva alla storia romana della sua età,
il che egli fa realmente nel secondo libro, in
cui conduce il racconto fino al sedicesimo
anno di Tiberio. Sembra che un’altra più grande
opera egli avesse in animo d’intraprendere, e
di svolgere in essa ancora più minutamente
la storia de’ suoi tempi (l. 2, c. 48,99, ec.),
ma che la morte non gli permettesse di compiere il suo disegno. Volfango Lazio ha preteso
di aver trovato un notabil frammento di questo
scrittore, e lo ha dato in luce (Comment. de
Rep. rom. l. 1, c. 8); ma egli non 1 ha potuto
(a) Una nuova e assai più esatta edizione della Storia ili \ eliclo l’alereolo illustrala con ampie note si
è l’atta nel 17--1) in J eyden per opera ilei sig. David
IiliuuLeoio in due grossi tomi in ri.0 lo ne iio aiuta
copia per cortese dono fattomene da S. I- il sig. co. Otto« I edcrieo de lyndt 11 S’g. ili Yoorst, ec. , uno de’
Iiiii colti e ile’ pivi dotti uomini che abbia al presente
Ollanda , e che ù rimirato in quelle prqvincie come
splendido protettore de5 buoni studi da lui non rnen
felicemente promossi che coltivati, e come tale conosciuto anebe in Italia, ove l’Arcadia romana si è fallo
un pregio di ascriverlo al ruolo de’ più illustri suoi socii.