difendere Curzio. E perchè nel Giornale degli
Eruditi di Parigi (anno 1705, p. 27) si era dato
un estratto dell’opera del Perizon, che pareva
a lui favorevole, fu da un autor anonimo, ma
che dovea certo essere lo stesso le Clerc, inviata loro, e da essi inserita nel lor Giornale
(ib-p- 35y), una lettera in cui di nuovo ribatter asi il chiodo, e volevasi ad ogni modo atterrato il Perizon. Or tra questi due scrittori
a chi deesi l’onore di aver sostenuto il vero?
Io penso che nè all’uno nè all’altro, e che,
come suole avvenire, amendue andasser tropp’oltre, uno in accusar Curzio, l’altro in difenderlo. Certo non può negarsi che in questo
storico si incontrino degli errori. Ma egli è anche degno di scusa, poichè scrisse di tempi
e di luoghi così lontani, che non era quasi
possibile ch’egli talvolta non inciampasse. Io
non parlo delle Lettere sotto il nome di Curzio già pubblicate in Reggio l’an 1500, e
dedicate al conte. Francesco Maria Rangone governatore di quella città pel duca di Ferrara,
poscia dal Fabricio ristampate al fine del primo
tomo della sua Biblioteca latina. Non: vi ha chi
non sappia clic esse sono opera di qualche ben
ignorante scrittore de’ bassi secoli, che le ha
composte e pubblicate attribuendole parte a
un Curzio contemporaneo di Annibale, parte
ad altri antichi personaggi. E basta il leggerle,
per conoscerne l’impostura.
XIV. Più sicure e più copiose notizie ci son
rimaste intorno a C. Cornelio Tacito, di’ ei
fosse natio di Terni, è tradizione costante fra
que’ cittadini; e se ne posson veder le pruove
Tiraboschi, Voi. II. i5