Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/321

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XIX. Sua viu, infelice »u morte. 384 LIBRO Ma della patria di Plinio basti il detto fin qui; poichè io penso che appena meriti d1 essere confutala l’opinione del P. Arduino, il quale veggendo che Plinio chiama spesso i Romani col nome di nostri e col nome di nostra la città di Roma, afferma che Plinio fu romano, come se un suddito non possa usare di tale espressione parlando della sua capitale, molto più se ne abbia la cittadinanza, e del popolo che a tutta la nazione dà il nome; e come se non avessimo esempj di somigliante parlare in altri autori che non furon certo romani. XIX. La vita di Plinio è stata ultimamente a dopo altri scrittori esaminata diligentemente e descritta dal soprallodato conte. Antongiuseppe della Torre di Rezzonico (Disquis. plin. l. 4, 5). Ed io perciò non farò che toccarne brevemente le cose e l1 epoche principali. Ei nacque l’an 13 dell’era volgare, come evidentemente raccogliesi dal sapere che egli morì, come Plinio il Giovane attesta, in età di 56 anni, al tempo dell’eruzione del Vesuvio, che per consentimento de’ migliori autori (V. Tillem. note 4 sur Tite) avvenne l’anno 79, e dopo aver coltivati gli studi militò per alcuni anni nella Germania, ed ebbe la condotta di uno squadrone di cavai* leria. Tornato a Roma, esercitossi talvolta, ma raramente, nel trattar cause nel Foro. Quindi mandato da Nerone in Ispagna col titolo di Procuratore, vi sostenne il medesimo impiego fin circa il secondo anno di Vespasiano; da cui richiamato, ebbe poscia o da lui, o, come altri vogliono, da Tito il comando dell’armata navale che era presso il promontorio di Miseuo.