Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/323

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286 LIBRO scuotendosi minacciava rovina, avvoltisi il capo entro a’ cuscini per difendersi da’ sassi, sen vanno verso del mare, per vedere in quale stato fosse; ma il vento era ancora contrario. Ivi Plinio sdraiato su un lenzuolo sul lido chiese due volte a bere. Quand1 ecco sentirsi un grave odore di zolfo, e le fiamme vedersi ormai vicinissime: tutti sen fuggono: egli scuole, e appoggialo a due servi si alza; ma tosto ricade a terra soffocato, per quanto sembra, dalla fiamma e dal fumo. Così finì di vivere Plinio in età di soli cinqnantasei anni l’anno 79 dell’era cristiana, sul principio dell’impero di Tito, secondo la narrazione che Plinio il Giovane ne mandò a Cornelio Tacito (l. 6, ep. 17) che gliel’avea richiesta. XX. In un’altra lettera lo stesso Plinio descrive (l. 3, ep. 5), quanto avido dello studio fosse il suo zio; e per meglio mostrarlo rammenta prima le opere ch’egli avea composte. Un libro intorno alla maniera di lanciar dardi combattendo a cavallo, due della Vita di Pomponio Secondo, venti libri in cui tutte raccontava le guerre dai Romani sostenute in Germania, tre libri intorno all’arte oratoria, otto di grammatica, trentun libri delle storie de’ suoi tempi, e finalmente la grand’opera della Storia Naturale. Egli è a stupire, soggiugne il nipote, che un uomo solo abbia potuto scrivere tante e sì grandi cose; ma molto più è a stupire che abbiale scritte un uomo che si esercitò ancora talvolta nel trattare le cause, che molto tempo dovette impiegare nel soddisfare o a’ doveri dell’amicizia, o a’ comandi de’ principi,