ma Procolo superò tutti in autorità e in fama.
Di fatto, come abbiam poc’anzi veduto, la
setta di Labeone fu da lui detta Proculeiana.
Di lui per altro non abbiamo altre notizie, se
non egli avea scritti alcuni libri di Lettere che
rammentansi ne’ Digesti. Nulla pure sappiamo
dell’altro Longino. Nerva il figlio, che fu padre
dell’imperadore Cocceio Nerva, fu di così pronto
ingegno, che in età di circa diciassette anni
cominciò a render pubblicamente risposte in
materia di leggi (l. 3 Dig. tit. 1 de postul.). L’Eineccio pensa (Hist Jur. l. 1, c. 4? § 231) che
di lui debba intendersi ciò che racconta Tacito
(l. 13 Ann. c. 52), cioè che Nerone, mentre
Nerva era solo pretore eletto, ne fece collocare l’immagine tra quelle de’ trionfanti. Ma se
riflettiamo che ciò accadde nel consolato di
Silio Nerva e di Giulio Attico Vestino l’anno 65
dell’era cristiana, e che Nerva l’imperadore
era nato l’anno 32, rendesi assai probabile che
a questo secondo fosse un tal onor conceduto,
come pensa anche il Tillemont.
VI. De’ successori che ebbero ciascheduno
nelle lor sette Cassio e Procolo, appena altro ci
ha lasciato Pomponio che i puri nomi. A Cassio
dunque egli dice che succedette Celio Sabino
che molta autorità ebbe ai tempi di Vespasiano; poscia Prisco Jaboleno; a lui Aburno
Valente, Tusciano e Silvio Giuliano; Procolo
ebbe per successori prima Pegaso che diede
anche il suo nome alla setta medesima; poscia
due Celsi padre e figlio; e finalmente Prisco
Nerazio. Tutti questi giureconsulti vissero a’
tempi di cui parliamo. Di due soli che. tra essi
Tiraroschi, Voi. fi. 22