Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/375

Da Wikisource.

338 LIBRO buon più celebri, direni qui brevemente, cioè di Salvio Giuliano e di Pegaso. Tutto ciò che appartiene a Salvio Giuliano, è, stato con somma diligenza e vastissima erudizione raccolto dal celebre Eineccio (Hist. Edictorum et Edicti Perpetui l. 2, c. 3; e Diss. de Salvio Jul. t. 2 ejus Op ed. Genev 1746), il qual pure ha diligentemente trattato di Celso (Diss. deP.Juventio Celso, t. 3 ejus Op.). Ma una quistione non è ancor rischiarata abbastanza, cioè di qual patria fosse Giuliano , se africano o milanese. L’oscurità e l’incertezza nasce da un testo di Sparziano, che così dice (in Didio Jul): Didio Juliano, qui post Pertinacem imperium adeptus est, proavus fuit Salvius Julianus, bis consul, praefectus urbi, et jurisconsultos, quod magis eum nobilem fecit. Mater Clara Aemilia: pater Petronius Didius Sevetus: frater Didius Proculus et Nummius Albinus: avunculus Julianus: avus paternus Insuber mediolanensis, maternus ex Adrumetina colonia. Queste parole alla più parte degl’interpreti sembrarono indicare che il giureconsulto Salvio Giuliano fosse milanese di patria; perciocchè, dicevan essi, egli, secondo Sparziano , fu bisavolo , proavus, dell’imperadore: l’avolo paterno dell’imperadore fu, secondo lo stesso Sparziano, milanese: dunque milanese ancora fu Silvio Giuliano di lui padre , e bisavolo dell’imperadore. Il Casaubono fu, ch’io sappia, il primo a riflettere (in not. ad Spart.) che Salvio Giuliano fu antenato dell’imperadore per parte di madre e non di padre; e che la paterna di lui famiglia era la Didia , e non la