IV. Svetonio non ha tra gli antichi gramatici annoverato Asconio Pediano, forse perchè
non tenne nè scuola pubblica nè pubbliche
conferenze. Ma certo ne esercitò egli pure uno
de’ principali ufficj, cioè il comentare gli autori , come ce ne fan fede i Comentarj, di
cui ci rimane ancor parte, eli’ egli scrisse sulle
Orazioni di Cicerone. Il Vossio ha intorno a
lui disputato assai lungamente (De Histor. lat.
l. 1, c. 27), poichè è difficile lo stabilire a qual
tempo vivesse. Ma egli è certo che Asconio
parla, come d’uom tuttora vivente, di Cecinna
cbeJù console con Claudio (in Or. pro Scauro)
l’an 42 dell’era cristiana; e che Quintiliano
parla di Asconio come se avesse con lui favellato , e come s’ei fosse già morto: Ex Pediano comperi, qui et ipse eum (Titum Livium)
sequebatur. Sembra dunque evidente che Asconio visse circa i tempi di Claudio, e eli’ era
già morto quando Quintiliano scrisse le sue
Istituzioni, cioè a’ tempi di Domiziano. Egli è
vero che Svevio e Filargirio ne’ lor comenti
sopra Virgilio (ad ecl. 3, 4) parlano in maniera come se Asconio fosse con lui vissuto,
e come s’egli stesso così avesse affermato in
qualche suo libro; il che sembra difficile ad
accordare co’ testimonj di sopra allegati; molto
più che nella Cronaca Eusebiana all’anno settimo di Vespasiano si narra che Asconio in
età di 71 anni divenuto cieco sopravvisse ancor dodici anni. E certo, quando a tutti questi autori si voglia dar fede, converrà dire che
vi fossero due scrittori di questo nome. Ma
egli è più probabile che o i due mentovati