Alessandria, e detto perciò Alessandrino, venne
a Konia l’anno 4° dell’era cristiana capo dell’ambasciata spedita dagli Alessandrini a Caligola nelle celebri loro sollevazioni contro gli
Eb. •ei; e vi si trattenne lungamente tenendovi
scuola , e facendo gran pompa del suo sapere.
A pione , dice Gellio (l. 5, c. 14), (che fu appellato Polis tore, fu uomo assai colto, e di
varia e grande erudizione nelle cose greche.
Abbiamo alcuni non dispregevoli libri da lui
scritti, ne’ quali comprende la storia di tutto
ciò che di maraviglioso vedesi o odesi in Egitto.
Ma nelle cose ch’ei dice di avere udite o lette,
per desiderio di lode esagera forse di troppo. ’
Perciocché egli è millantatore glorioso del suo
sapere. Di questa sua boria un’altra prova ci
somministra Plinio il Vecchio, il qual racconta
(praef. l. 1) ch’egli soleva vantarsi di rendere
immortali coloro a cui dedicava alcuna sua
opera; e quindi soggiugne che Tiberio solea
chiamarlo cembalo del mondo, mentre anzi
avrebbe dovuto dirlo timpano della pubblica
fama. Seneca il filosofo ancora deride (ep. 88)
l’aggirarsi ch’ei fece per tutta la Grecia con
tale impostura, che ottenne in ogni città d’esser nominato il secondo Omero. Più opere avea
egli scritte, e in esse avea così malmenati gli
Ebrei, che Giuseppe la Storico prese a confutarlo in un’opera che contro lui compose.
Apione è quegli da cui abbiamo avuto il famoso racconto del leone che spinto contro di
uno schiavo detto Androdo , o, come alcuni
leggono, Androclo, invece di divorarlo, prese
a vezzeggiarlo e ad accarezzarlo, ricordevole
TlRABOSCHI, Voi. II. a3