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VI.
Altri {¿ramatici.
354 LIBRO
del beneficio da lui già fattogli col tirargli dal
pie’ una spina che altamente lo addolorava.
Gellio riscontra il fatto (l. 5, c. 14) colle parole stesse di Apione , il quale diceva di esserne stato egli stesso testimonio di veduta
in Roma. Io non so però se il carattere che
di lui ci fanno gli antichi , ci permetta di prestar molta fede a una tal narrazione.
VI. Alcuni altri gramatici di questo tempo
troviam nominati negli antichi autori; ma è
inutile il parlare di quelli di cui altro appena
non si parrebbe arrecare che il puro nome.
Conchiuderemo dunque ciò che ad essi appartiene, con una riflessione che ci farà sempre
più chiaramente conoscere il carattere degli
uomini dotti di * questo tempo. Leggendo le
Notti Attiche di Gellio (di cui parleremo nel
libro seguente), veggiamo ch’egli non rare
volte arreca i detti d’alcuni gramatici a lui
anteriori , che or l’una or l’altra cosa avean
preso a riprendere in Virgilio, in Cicerone e
in altri de’ migliori scrittori del buon secolo.
Alcuni gramatici, dic’egli (l. 2, c. 6), della
scorsa età, tra’ quali Anneo Cornuto, uomini
certamente dotti e famosi, che hanno scritti
commentarj sopra Virgilio, il riprendono di
negligenza e di bassezza in questi versi, ec. E
in somigliante maniera altre volte ei reca le
accuse che allo stesso Virgilio e ad altri de’
più eleganti scrittori non temevan di dare i gramatici di questo tempo (l. 5, c. 8; l. 6, c. 6, ec.).
Il medesimo Gellio ribatte talvolta cotali accuse, e fa vedere che esse non già degli autori
accusati, ma de’ gramatici accusatori scoprivano