Tali sono: Ti. Claudius Augusti L. Hymenacus
Medicus a Bibliothecis in un’iscrizione presso
il Muratori (Nov. Thes. Inscr. t. 2, p 893), e
Ti. Claudius ,Alcibiades Mag. a Bibliotheca
Latina Apollinis, item Scriba ab Epistolis Lat.
presso il medesimo (ib. p. 923); e forse il medesimo impiego avea un altro che ivi pure si
dice: Ti. Claudius Lemnius Divi Claudii Augusti Lib. a Studiis (ib. p. 995); e finalmente:
A ritiochas Ti. Claudii Caesaris a Bibliotheca
Latina Apollinis (ib. p. 932). Questo Antioco
non era liberto, ma forse un erudito straniero
venuto a Roma. Gli altri tre eran liberti; e già
abbiamo veduto altrove che spesso ad essi
affidavansi tali impieghi; il che non dee sembrare strano sotto il regno di Claudio, che fu
il regno de’ liberti. * Di un altro bibliotecario
ci ha lasciata memoria Suida, cioè di Dionigi
Alessandrino figliuol di Glauco e di professione
gramatico, il quale, dic’egli, a tempo di Nerone e de’ seguenti imperatori fino a Trajano
fu soprastante alle biblioteche, e impiegato ancora nello scriver lettere e rescritti, e nelle
legazioni. Aggiugne che fu maestro del gramático Partenio, e scolaro del fìlosofo Cheremone, di cui era stato successore in Alessandria. » In un’altra iscrizione si legge T. F1avius
a Biblioth. Graec. Pal. (ib. p. 927). Questi potrebbe essere un liberto o di Vespasiano, o di
Tito, o di Domiziano, che tutti furon Flavii. Ma
come Domiziano fu quegli, come abbiam detto,
che rinnovò le biblioteche dall’incendio distrutte, e la palatina singolarmente che qui vedesi nominata, è probabile che questa iscrizione