Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/436

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poiché sembrava ornai che non potesse piacere se non ciò che era nuovo.

un colosso, e nel farsi «la Zenodoro. Queste due particolarità tolgono, a mio giudizio, la forza al pen„ siere del sig. Puccini; perchè se v’ è mai occasione „ in cui s’abbia poco bisogno di docilità nel metallo, (i e nel rinettare e risellare il gettito d’un colosso. Le u parti grandiosissime di simili gigantesche moli non „ richiedono che pochissime finezze, essendo superflua u ogni cura ulteriore. Ma figuriamoci ancora che Meli rone avesse voluto finitezza somma nel suo colosso, 11 e però fosse stata vantaggiosa la docilità del metallo. a Lo smarrimento di essa non si sarebbe scoperto cer11 tamente in Zenodoro, giacche avrebbe potuto finire u il colosso come una statuina da gabinetto anche senza a la docilità non ritrovata. Bastava che lo finisse coinè <1 le due giare o vasi da bere che io Francia aiea falle u ad imitazione di due travagliale da (ala mi de scul11 tore eccellentissimo; le quali riuscirono tali, ut vtx ulla differenza esset artis. E poi non era Zenodoro « maestro sonano nel cisellare e nello scolpire quanto « qualunque de’ passati? Et Zenodoruv scientia /incendi eaelaudque nulli veterum portponebatur Ma vi è di « più. Come starà mai che dall’essere Zenodoro raaeii stro eccellente si possa scoprire eh’era perduta la u composizione di cotesto docile metallo? Zenodoro « essendo bravissimo, potea bensì occultare e facil» mente i difetti della materia, ma perché egli è vati lorosissimo, che si abbiano a farsi palesi? questo, « abate veneratissimo , non può stare in conto veruno. « E pure Plinio parla chiaro. Quantoque major in Zenoduro praesiantia fuit, tanto magi* deprehendt acrìs obl leratio polest. Aggiugnete alla fine che il metallo « capace di prestarsi docile all’intenzione dell’artefice « statuario era a quel tempo conosciutissimo. Plinio « ci dà il modo onde comporre la lega del metallo « che gli artefici usavano per le statue, il quale se « era tauto in uso (lo era moltissimo in que’ giorni « il fare statue di bronzo), dovea avere le qualità