Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/459

Da Wikisource.

VII. Di Cararallu, di Marrimi c di Eliogululo.

412 LIBRO

attendere più facilmente agli studi (ih.)’, e.dopo aver sostenute in più provincie onorevoli cariche, viaggiò ad Atene singolarmente per ac(juistar nuove cognizioni, e per vedere i monumenti d’antichità, di cui quella città era adorna (ib. c. 3). A tutti in somma gli studj ei si rivolse con non ordinario fervore; benchè Dione affermi (l. cit.) ch’egli avea più passione che talento per coltivarli. Avea egli stesso composta la Storia della sua vita, che da Dione (/.) e da Sparziano (in Sev. c. 3) talvolta viene citata, ma di essa non ci è rimasto pure un frammento. Il suo impero avrebbe potuto alle scienze recare vantaggio e lustro, se un’indomabile crudeltà non lo avesse renduto oggetto di orrore a tutti, e oscurato lo splendore delle molte e non ordinarie virtù che in lui si vedevano. Giulia Donna sua moglie, i cui costumi non eran troppo lodevoli, volle almeno farsi gran nome col proteggere i dotti. Quindi ella avea sempre al fianco filosofi sofisti , geometri ed altri uomini eruditi d’ogni maniera (Philostr. in Vita Apollon. l. 1 , c. 3); ed a lei singolarmente dobbiamo la famosa storia ossia il romanzo dell’impostore Apollonio Tianeo, che a sua istanza scritta fu da Filostrato , uno de’ filosofi da lei favoriti. VII. Benchè la crudeltà di Settimio Severo lo avesse fatto esecrabile a’ suoi Romani, poichè ei nondimeno fu morto l’anno 211, e fu levato sul trono Bassiano Caracalla di lui figliuolo, ognuno avrebbe voluto ebe egli ancora vivesse; tanto più crudele del padre mostrossi il figlio, senza avere alcuna di quelle virtù che