Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/469

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432 LIBRO a successore M. Claudio Tacito che trovò l’impero pel valor di Aureliano rimesso finalmeme in calma. Era questi uomo assai versato negli studj, e tra le acclamazioni a lui fatte in senato, che riferisconsi da Vopisco (in Tac. c. 4); vedesi a lui dato il nome d’uom letterato: Et quis melius quam literatus imperat? Niuna notte, dice lo stesso storico (c. 11) soleva passare senza leggere , o scrivere qualche cosa; e di Cornelio Tacito singolarmente da cui diceva egli di discendere, avea sì grande stima , che fece legge che se ne avesse copia in tutte le biblioteche, e che ogni anno se ne facessero dieci nuovi esemplari (ib. c. 10). Principe innoltre saggio, prudente, amabile, di molto giovamento sarebbe stato all’impero, se dopo sei soli mesi d1 impero ei non avesse perduta la vita o per malattia, come dicono alcuni , o ucciso da’ suoi soldati, come più comunemente si crede. Floriano fratello uterino di Tacito, e Probo che comandava in Oriente, furono ciascheduno da’ lor soldati sollevati all1 impero; ma Floriano abbandonato presto ed ucciso dagli stessi soldati, lasciò libero il trono a Probo, principe degnissimo d’occuparlo, e che ne’ sei anni che resse l’impero, seppe tenere in freno e domare così i Barbari invasori delle provincie, come gli ambiziosi usurpatori della corona. Vopisco grandi cose ci narra delle virtù di cui egli era adorno; e dopo averne narrata la morte, Oh Dei, esclama, qual sì grande delitto ha ella commesso la romana repubblica, perchè voi doveste togliere un tal sovrano (in Probo, c. 23)? Il sol difetto che da alcuni in