Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/478

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SECONDO 411 gordiani, di cui era stato maestro (Capit. in Gordianis, c. 18). Ma questo valentuomo ebbe un fine troppo diverso da quello ch’ei meritava- Perciocchè standosi alla cena insieme con Caracalla, fu da lui per qual che si fosse ragione barbaramente ucciso (Spart. in Carac. c. 4). Sparziano, dopo averne narrata la morte, dice che molti eruditi libri da lui scritti conservavansi ancora; ma trattone il poema di sopra accennato, per cui l’abbiam posto insieme co’ poeti, niun’altra opera di lui ci è rimasta. Intorno a Samonico hanno scritto con particolar diligenza Roberto Keuchenio (Proleg. ad Q. St r. Samoli.) e il celebre Giambatista Morgagni (Ep. ad Jo. Ant. Vulpium ante Samon. ed. Comin. 1722). Diverso da’ due Samonici padre e figlio sembra che fosse quell’Aulo Sereno poeta lirico clic da alcuni vien nominato, come dimostrano i due mentovati scrittori. III. Gli altri due poeti vissero al medesimo tempo, cioè sotto Caro e sotto Carino e Numeriano di lui figlioli, e nel medesimo genere di poesia si esercitarono. Furono essi M. Aurelio Olimpio Nemesiano e Tito Calpurnio. Il primo fu di patria cartaginese; ma sembra che avesse almeno per qualche tempo dimora stabile in Roma , perciocchè egli è quel medesimo con cui vedemmo poc’anzi che Numeriano soleva gareggiar verseggiando, e di cui dice Vopisco (in Caro, ec. c. 11) che scripsit Halieutica, Cynegetica et Nautica; cioè tre poemi suha Pesca, sulla Caccia e sulla Nautica. Di questi solo il secondo ci è rimasto da lui dedicato a’ due suddetti fratelli m. Di Olimpio Ne 11 irsi.mo 0 diCalpurnio.