Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/494

Da Wikisource.

SECONDO 4-^7 nome ili alcune celebri donne a imitazion dello stile di Tullio, nel che però, egli dice, non era troppo felicemente riuscito. S. Isidoro di Siviglia annovera Tiziano tra quelli che cercarono di far fiorire tra’ Romani la vera eloquenza (Origin. l. 2 , c. 2), il che pare che del padre si debba intender più facilmente che del figlio. Qualche trattato d’agricoltura si attribuisce ancora a Tiziano, come osserva il P. Sirmondo (l. c.); ma di questo non vi è ragione per cui crederne autore uno a preferenza dell’altro. Intorno alle opere di Tiziano, chiunque egli sia, veggansi ancora i suddetti autori della Storia Letteraria di Francia. Ma perchè gli hanno essi dato luogo tra gli scrittori francesi? Essi confessano che dagli autori antichi non si trae argomento a provare ch’ei fosse natio delle Gallie; ma tutti i moderni, dicono essi, credono che egli, come pure altri Tiziani, de’ quali si vede fatta menzione, fossero Galli. Essi però non citano che il Vineto; e io non so chi siano tutti questi moderni autori che seguono la loro opinione. Oltre che, chiunque essi siano, se non ci additano qualche fondamento del lor parere negli autori antichi, noi li pregheremo a permetterci di dubitarne ancora. Essi potrebbono addurre un più sicuro argomento del lor diritto di porre Tiziano maestro di Massimino non tra’ loro concittadini, ma tra’ loro professori, per la scuola da lui avuta in Besanzone e in Lione; come noi abbiam diritto a annoverarlo tra’ nostri, se non per la patria, di che anche noi non abbiam