Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/497

Da Wikisource.

4Co LIBRO Adriano di Tiro (ib. c. 10), Pausania di Cesarea (ib. c. 13> Erodiano di Smirne (ib. c. 16 (8) Antipatro di.Jerapoli (ib. c. 24), Eliodoro (ib. c.30), ed altri..Ma io non penso di dovermi trattenere a parlarne più lungamente, si nei chè essi non furono italiani, e molti ancora di loro non molto tempo si fermarono in Roma- si perchè, a parlare sinceramente, io non credo di dovermi troppo affidare alla narrazion di Filostrato, scrittore che parmi assai impegnato ad esaltare i suoi sofisti, e che di essi ci narra talvolta cose che difficilmente possono ottener fede; come a cagion d’esempio, ciò ch’ei racconta del sopradetto Adriano, che quando ne’ giorni de’ più solenni giuochi ei mandava al teatro l’avviso che egli avrebbe’ declamato nel pubblico Ateneo, vedevansi tosto e senatori e cavalieri ed uomini di qualunque condizione , e quelli ancora che non sapevan di greco, levarsi frettolosamente, e dal teatro correr con impeto, e urtandosi l’un l’altro, ove gli attendea l’eloquente sofista; cosa che non parmi credibile al tempo di cui trattiamo, in cui non eran certo i Romani trasportati tanto dall’amor degli studj, che con sì grande furore volessero dal teatro volarsene all’Ateneo. Così pure io non farò che accennare Annio Marco, Caninio Celere, Apollonio, che si annoverano da Giulio Capitolino tra’ greci maestri di Marco Aurelio e di Lucio Vero nell’eloquenza (a) Sembra diverso da Erodiano di Smirne quell’altro Erodiano Alessandrino, parimenti gramatico, vissuto a’ tempi di M. Antonino, di cui fa menzione Suida.