Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/510

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SECONDO 4-3 Irriano di Nicomedia, fu, come altrove s1 è accennato, discepolo di Epitetto, di cui scrisse la Vita, e raccolse i sentimenti e le massime, Fozio dice (Bibl. c. 58) ch’ei fu chiamato il secondo Senofonte, e che ebbe ancor l’onore del consolato. Ei visse secondo Suida (in Lex.) a’ tempi di Adriano, di Antonino e di M. Aurelio. Di lui abbiamo più opere elegantemente scritte, cioè quattro libri de’ Discorsi di Epitteto, sette libri delle Spedizioni di Alessandro il Grande, la descrizione delle Coste del Ponto Eusino, un libro intorno all’ordinare le schiere, oltre altre opere che son perite, delle quali veggasi il Fabricio (Bibl. gr. l. 4, c. 8). Pausania forse ancora vuol qui rammentarsi, di cui abbiamo i dieci libri della descrizion della Grecia, la quale, benchè contenga de’ favolosi racconti , è nondimeno una delle opere più importanti per lo studio delle antichità e per la storia delle arti. Egli dee aver luogo nella Storia dell’Italiana Letteratura, quando sia vera l’opinione del Vossio (ib. c. 14) che questi sia quel Pausania sofista e discepolo di Erode Attico , di cui parla Filostrato (Vit. Soph. l. 2), e di cui racconta che declamò non solo in Atene, ma in Roma ancora, e che in questa città invecchiato finì i suoi giorni. Ma a dir vero, non facendo Filostrato menzione alcuna di questa opera scritta dal suo Pausania, il che sembra ch’ei non avrebbe dovuto tacere, parmi più verisimile l’opinione di Tillemont (in M. A tir. § 33) che inclina a credere che il sofista Pausania diverso sia dallo storico, vissuti però al tempo medesimo.