Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/524

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SECONDO 487 VII. Porfirio nato o in Tiro, o almen certo nella Fenicia, discepolo egli pur di Plotino, visse parecchi anni ora in Roma, ora in Sicilia, anzi vuolsi da alcuni che in Sicilia scrivesse egli i suoi libri contro la religion cristiana (V. Bruck. t. 2, p. 246). Ma noi non veggiamo che avesse tra gli Italiani molti ammiratori e seguaci; nè che i libri da lui pubblicati fossero molto celebri in queste nostre provincie, in cui, come abbiamo osservato, le sottili speculazioni non avevano, singolarmente a questi tempi, gran plauso. E innoltre noi non avremmo a vantarci molto di un tale scrittore, che benchè al dir di Eusebio (Praepar. evang. l. 3, c. 1) debba annoverarsi tra’ più illustri filosofi della Grecia , trasportato nondimeno da un fanatismo sfrenato troppo abusò del suo ingegno, non sol combattendo aspramente la religion cristiana , il che in un pagano filosofo sarebbe degno di scusa , ma usando ancora della più audace impostura nel fingere e nel raccontare i sognati maravigliosi prodigi ch’egli attribuisce a Pittagora e a Plotino3 il che a saggio scrittore, di qualunque setta egli sia, troppo mal si conviene. Di queste imposture e di tutto ciò che appartiene a Porfirio, parla lungamente il Bruckero (t 2, p. 236, ec.), presso il quale potrannosi vedere citati altri autori che di lui hanno scritto. Morì al principio del rv secolo 3 ma è difficile stabilire in qual anno ciò accadesse precisamente. Il Mongitore appoggiato singolarmente a un testo di S. Agostino. (Ep. 102. ed.it. Mani’ .; et. Re trac t. I. 2, c. 31), in cui egli prendendo a sciogliere alcune difficoltà VII. Porf rio ed.diri filo, •olì di questi tempi.