Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/525

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488 LIBRO contro la religion cristiana, che si dicev.¡io prese dagli scritti del filosofo Porfirio, scrive che ei pensa non essere questi quel Poi litio filosofo siciliano di cui sì grande era la fama; appoggiato, dico, il Mongitore a questo testo crede < Bibl. Sic. art. Porphyr.) che un altro Porfirio vi fosse celebre filosofo, siciliano di patria, diverso da quello di cui abbiamo ora parlato. Ma ei non ne porta ragion che basti a provarlo. Egli è certo che un sol Porfirio filosofo illustre troviamo nominato negli antichi autori, il quale potè dirsi ancora siciliano, perchè visse più anni in Sicilia: e quindi nè il dubbio di S. Agostino, nè le ragioni addotte dal Mongitore non soli sufficienti a stabilir l’esistenza di un altro Porfirio. Molto meno dobbiam noi qui parlare nè del famoso Luciano ardito dileggiatore non solo della religion cristiana, ma di qualunque altra setta, il quale fiorì verso il fine del II secolo, perciocchè e fu straniero, cioè di Samosata, e non sappiamo ch’egli mai soggiornasse in Italia 5 nè di Apuleio scrittor latino (9) , ma nativo di Madaura in Africa , e che solo pochi anni fu in Roma ad apprendervi la lingua latina, colla qual occasione egli ancora perorò talvolta nel foro (V. Bruk. t. 2, p. 172); nè finalmente del celebre astrola) 11 sig. Laudi non sa intendere perchè non abbia io parlato di Apuleio , ma ne abbia ragionato sol di passaggio e anche tra’ filosofi greci (t. 4. P- 343). La ragione è stata da me chiaramente indicata in questo luogo medesimo; e se io l’ho unito a’ Greci, ho peio avvertito eli’ egli era africano c scrittoi- latino.