Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/540

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SECONDO 5()3 volte dal loro furore ricoprendolo della sua porpora (ib.). Ma finalmente lo sdegno de’ pretoriani prevalse, e di notte tempo essi si scagliarono sopra l’infelice Ulpiano; e benchè egli fuggendo si fosse ricoverato presso l’imperadore, sugli occhi nondimeno dello stesso Alessandro fu crudelmente ucciso (Dio. l. 80). Delle moltissime opere legali da lui scritte (V. Hein. l. cit. § 339)) ci rimangon frammenti nell’antico Digesto più che di qualunque altro giureconsulto. Questi come ci scuoprono un uom dottissimo nella giurisprudenza, così ancora cel mostrano , ciò che alquanto ne oscura la gloria , nemico fiero e implacabile de’ Cristiani; e credesi comunemente lui essere quel Domizio di cui dice Lattanzio (l. 5 Div. Inst. c. 11), che avea raccolti tutti i rescritti da diversi principi pubblicati contro di essi. VI. Visse al medesimo tempo, e non fu meno celebre di Papiniano, Giulio Paolo. Di qual patria egli fosse, non è ben certo; altri il vogliono padovano, altri romano, altri il fan nativo di Tiro, altri greco; ma niuno ne adduce prova che renda abbastanza probabile la sua opinione. Fu egli pure avuto in gran pregio da Alessandro Severo, ed ebbe egli ancora la prefettura del pretorio (Lampr. in Alex. c. 26). Aurelio Vittore racconta che egli era stato esiliato da Eliogabalo, e che fu poi richiamato a Roma da Alessandro (in Caesar. c. 24); ma forse egli ha confuso Giulio Paolo con Ulpiano. Egli vien chiamato da Lampridio (ib. c. 68) peritissimo del diritto; e autori del diritto diconsi da Aurelio Vittore (l. cit.) egli ed bipiano.