Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/556

Da Wikisource.

LIBRO TERZO Della Letteratura delle provincia d Italia, e de’ Cristiani ne’ primi tre secoli. I\oma è stata finora il principale oggetto delle nostre ricerche. Essa consideravasi come la capitale del mondo tutto: essa era l’ordinaria sede degl’imperadori: ad essa perciò concorrevano dalle altre parti del mondo tutti coloro che nel maneggio de’ pubblici affari, o nel coltivamento delle arti o delle scienze bramavano, o speravano di acquistarsi nome. Quindi non è maraviglia che i più Famosi poeti, oratori , filosofi ed eruditi di ogni maniera in questo, direi quasi, centro comune si trovasser raccolti; e che le altre provincie d’Italia rimanessero in confronto a Roma abbandonate e diserte. Così veggiamo accadere comunemente in qualunque vasto dominio, che il più bel fiore della nazione vada a riunirsi insieme nella capitale; e che se nelle provincie vi sono uomini o per senno o per sapere famosi, tutti procurino, ove qualche particolar motivo non li ritenga, di procacciare a’ lor proprj talenti un più luminoso teatro. Nondimeno anche le provincie d’Italia non furono in tutto prive di letteraria lode, e dotti uomini e scuole e biblioteche pubbliche si videro in esse ancora. A render dunque, quanto più si possa, compita