Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/589

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55a libro nel provare la verità della religion cristiana; e quindi di lui disse Lattanzio (l. 5, c. 1) che questo Dialogo mostra quanto valoroso difenditore di essa sarebbe stato Minucio , se tutto ad essa rivolto avesse il suo studio. E certo, per ciò cli’ è dello stile, esso è assai più colto di quello che comunemente soglia vedersi negli scrittori del III secolo. V. Egli è probabile che altri ancora tra’ Cristiani seguisser l’esempio di Minucio Felice, per quanto loro il permettevan le circostanze de’ tempi. Questi furon per essi talvolta così felici, che un Cristiano si vide perfino assiso tra’ senatori romani. Fu questo Apollonio, che con tal nome è onorato da S. Girolamo (De Vir. ill c. 42), il quale di lui racconta che a’ tempi di Commodo tradito da un suo servo, ed accusato qual Cristiano, ottenne di poter render ragione della sua fede; e che avendo intorno ad essa composto un insigne libro, il lesse pubblicamente nello stesso senato, e che ciò non ostante fu condennato a perder la vita sotto la scure. Lo stesso raccontasi da Eusebio (Hist. eccl. l. 5, c. 21), il-quale aggiugne che Apollonio era uomo e nelle lettere umane e nella filosofia erudito assai. Egli non gli dà veramente il titolo di senatore; ma non è a credere che S. Girolamo gli desse tal nome senza averne almeno un probabile fondamento. La medicina per ultimo fu aneli’ essa da’ Cristiani de’ primi secoli esercitata, e oltre l’esempio dell evangelista S. Luca, il dottissimo P. Mainatili dell1 Ordine de1 Predicatori reca alcune antiche lapide (Origin. et antiq. christ. t. 3,