Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/602

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quarto 565 afferma eh’egli fomentò gli studi delle lettere e delle arti liberali, una chiara pruova ne abbiamo nella Lettera di Costantino scritta a Porfirio Ottaziano, che insieme coi versi di questo poeta, di cui poscia favelleremo, è stata pubblicata da Marco Velsero (Velseri Op. t. 2, ad calc.)) perciocchè in essa ei mostra quanto impegno egli avesse nel fomentare le scienze , così scrivendogli: Defuit quorumdam ingeniis Imperatorum favor, qui non secus doctrinae deditas mentes irrigare atque alere consuevit, quasi clivosi trainitis supercilio rivus elicitus, scaturientibus venis arva arentia temperavit Saeculo meo scribentes dicentesque non (aliter benignus auditus quam lenis aura prosequitur; denique etiam studiis meritum a me testimonium non negatur, ec. Testimonio ancor più sicuro del favore da Costantino prestato alle scienza è la legge a tal fine da lui pubblicata. Ella è inserita nel Codice di Giustiniano (l. 10, tit 52) le.r 6)) in essa Costantino comanda che i medici e singolarmente gli archiatri e i "gramatici, e tutti generalmente i professori delle belle arti e i dottori delle leggi, insiem colle mogli, co’ figli e con tutte le cose loro esenti siano da ogni pubblica gravezza, e che niuno si ardisca a recar loro ingiuria, o noia di sorte alcuna; e che loro si paghino i dovuti stipendj, acciocchè più agevolmente possano istruir molti nelle arti e negli studj. Tre leggi di Costantino di somigliante argomento, e che concedono a’ medici e a’ professori i privilegj medesimi, trovansi ancora nel Codice di Teodosio (l. 13, tit. 3, lex 1, 2, 3): se non che ivi egli