Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/620

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QUARTO 583 concepir di se stesso le più liete speranze, e gli studj ancora potevano lusingarsi di avere in lui uno splendido protettore. Aveali egli coltivati diligentemente sotto la direzione del celebre Ausonio, cui per segno di gratitudine sollevò poscia all’onore del consolato. Questi ne loda assai l’eloquenza, la grazia, la forza dal ragionare (Gratiar. actio pro consul. n. 68), e altrove dice ch’essendo imperadore, tutto il tempo che dalle guerre e dagli affari gli rimaneva libero, soleva impiegare ne’ poetici studi: Arma inter, Chunnosque truces, furtoque nocentes Sauromatas, quantum cessat de tempore belli, Indulget Clariis tantum inter castra Camoenis. Vix posuit volucres stridentia tela sagittas , Musarum ad calamos fertur manus; otia nescit, Et commutata meditatur arundine carmen. Sed carmen non molle modis; bella lioi rida MarUs Odrysii, Tressaeque viraginis arma retractat. Exulta , Aeacides, celebraris vate superbo Rursum; Romanusque tibi contingit Homerus. Epigr. i. Egli è da credere che in queste lodi avesse non picciola parte l’adulazione. Non si può però dubitare che Graziano non avesse e talento e inclinazione a coltivare non meno che a fomentare le lettere. XV. Ma le belle speranze che di lui si erano concepite svaniron presto; poichè sollevatosi, contro di lui Massimo suo generale l’anno 383, mentre il giovane principe abbandonato dalle sue truppe cerca di salvarsi fuggendo, raggiunto ed arrestato a Lione, vi fu ucciso in età di soli 24 anni. Teodosio fu costretto a dissimulare per alcun tempo, e a riconoscer Massimo