Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/63

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26 dissertazione

XIX. Or poiché la prima mauiera di decadenza della letteratura non è possibile; uè si può, come abbiam dimostrato, affermare che illanguidiscan gli studj per indebolimento degli ingegni, passiamo a ragionare della seconda maniera in cui può un tal decadimento avvenire, cioè quando gli uomini, benchè forniti d1 ingegno a coltivare le scienze, ciò non ostante in poco numero e con poco fervore si volgono a coltivarle; e veggiamo quali ne possano essere le cagioni. Qui certo le cause fisiche non possono aver parte; poichè se l’uomo ha sortito dalla natura vivace e penetrante ingegno, l’applicarsi a coltivare le scienze dipende dal suo volere; e quando vogliasi dire che il clima abbia influenza ancor sull’arbitrio, un clima che renda gli uomini disposti agli studj, dee rendergli ancora ad essi inclinati, ove le cagioni morali non li distolgano. Or quali posson essere queste cagioni che ritardino e distolgan gli uomini dal coltivare le scienze? Quelle che al principio di questa Dissertazione abbiamo accennate, che si recano comunemente per generali motivi del decadimento degli studj, appartengono a questo luogo, perchè ne son veramente l’origine, quando si parli di quel decadimento che consiste nella mancanza di applicazione agli studj, non di quel che consiste nel cattivo gusto in coltivarli. Queste due cose si confondono molte volte insieme, che pur vogliono essere separate, come da ciò che già di sopra si è detto, è manifesto. Per lungo tempo dopo la