Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/641

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6o4 LIBRO degli altri poteva S. Paolino sembrare un nuovo Tullio e un nuovo Virgilio. E a ragione gli si dee gran lode; che molto studio e diligenza non ordinaria conveniva usare a que’ tempi per non essere in tutto barbaro fra tanta barbarie. VIII. Due altre chiese d’Italia ebbero a questo tempo vescovi per santità non meno che per sapere famosi; Ravenna, S. Pier Grisologo di patria imolese; Torino, S. Massimo. Al primo il soprannome medesimo di Grisologo rende testimonianza del pregio in cui se ne aveano i discorsi. Molti di essi ancor ci rimangono, ne’ quali certo si scorge ingegno, soavità ed eloquenza, con uno stile però che non può piacere a chi ha buon gusto di vera latinità, ma che allora dovea sembrare, in confronto di quello che dagli altri si usava, come sopra si è detto, elegante e colto. Egli fu innalzato alla sede di Ravenna verso l’anno 4^3, eia morte se ne dee fissare all’anno 449- Di lui e delle opere da lui composte hanno trattato con singolar diligenza il P. Sebastiano Paoli che di esse ha fatta una nuova e assai pregevole edizione, e il P. abate Ginanni ne’ suoi Scrittori Ravennati (t. 2, p. 187, ec.). Di S. Massimo vescovo di Torino ha scritto eruditamente la Vita il canonico Piergiacinto Callizia. Ma ciò non ostante molte cose ancora s’incontrano oscure ed incerte sulla nascita, sull’età, sulle opere di questo celebre vescovo. Noi possiamo sperare che fra’ molti dottissimi uomini di cui va al presente adorno il Piemonte, e singolarmente la capitale Torino, vi sarà chi pensi ad illustrarne diligentemente la vita, e pubblicarne