Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/664

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QUARTO 627 difendi lo scolaro di un tuo concittadino, o tu di nuovo lo istruisci. Queste parole potrebbono di leggieri persuaderci che Simmaco avesse fatti nelle Gallie i suoi primi studj; ma non sembrami che ciò ne discenda necessariamente, ma solo che natio delle Gallie fu il suo maestro. Jacopo Lezzio pensa eli’ ei fosse Ausonio (in not. ad h. l.). Ma Ausonio non era tanto maggiore di Simmaco, che in età senile potesse tenere scuola a lui fanciullo. E inoltre noi abbiam pure non poche Lettere di Simmaco ad Ausonio, e in niuna di esse, benchè ne abbia quasi sempre opportunissima occasione, non gli fa mai cenno di averlo avuto a maestro. Io crederei anzi che il maestro di Simmaco fosse per avventura Minervio, Gallo egli ancora, di cui abbiam poc’anzi veduto che fu retore in Roma verso la metà del quarto secolo, il che ottimamente conviene a’ tempi di Simmaco che verso la (fine del secolo stesso era uom maturo e provetto. XI. Io non tratterrommi a esaminare minutamente tutto ciò che alla vita e alle vicende di Simmaco appartiene 5 di che si posson vedere tutti gli storici di questi tempi. Egli ebbe la dignità di pontefice maggiore, e fu questore, pretore e correttore nella Lucania e ne’ Bruzj, proconsole d’Africa, prefetto di Roma l’anno 384, e forse ancora ne’ due seguenti (V. Corsin, de Pracf’ect. Urb. p. 281), e console ordinario l’anno 395 (V. Tillem. Hist. des Emper. in Theod. art. 91). Ma questi onori non andaron disgiunti da sinistre vicende. Egli zelante pel culto de’ pretesi suoi Dei recossi fanno 383 a Tir a boschi , T ol. II..\o* XI. Epoche della sua vita.