Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/670

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QUARTO G33 (V. Fabr. Bibl. lat. t. 2, p. 412 j Tillem. l. cit.) 3 c forse ancora fu di questa età Sesto Pompeo Festo , benchè di lui non vi abbia ragion bastevole ad affermarlo (ib.). Abbiam le Opere di amendue nelle mentovate Raccolte. Più celebre è il nome di Servio , che fu contemporaneo di Macrobio, e visse perciò a’ tempi o di Teodosio, o di Onorio. Macrobio lo introduce tra’ personaggi de’ suoi Dialogi intitolati Saturnali 3 e dice eh1 egli era uomo che a una singolare dottrina congiungeva una singolare e amabil modestia (l. 1 Saturn c. 2); e gli dà il nome di Massimo tra’ Dottori (l. 7, c. 7.); e ne loda singolarmente i Comenti da lui fatti sopra Virgilio. Essi esistono ancora, benchè alcuni pensino che siano anzi una comE dazione raccolta da varj autori. Di lui abbiamo ancora qualche libro gramaticale nelle Raccolte degli antichi Gramatici, se pure non è un altro Servio da lui diverso (V. Fabr. Bibl. lat. t. 2, p. 468). Abbiamo ancora nelle stesse Raccolte i libri gramaticali di Diomede e di Flavio Sosipatro Carisio, che credonsi di questi medesimi tempi (V. Fabr. t. 2, p. 454? 4^)* 10 passo leggermente su questi gramatici, e tralascio ancora di nominare alcuni altri di minor nome e d1 incerta età. Le loro Opere ci giovan solo a intendere il senso preciso di alcune voci latine, e a valerci di alcuni passi di antichi autori, che non troviamo altrove. Ma 11 affaticarsi a ricercar di essi più distinta contezza sarebbe noiosa al pari che inutil fatica. Si può vedere ciò che di essi dicono il Fabricio (Bibl. lat. l. 4, c. 6, 7) e il Baillet (Jug.