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i>68 LIBRO
perche ti possiede. Perciocchè e tu vivi in una
città a cui il mondo non ha l uguale; ed ella
non fa di te minor conto, che de’ suoi cittadini, i quali hanno avuti eroi per lor fondatori.
Sarebbe cosa per te onorevole se anche costì
te ne stessi in silenzio udendo recitare gli altrii:
perciocchè, molti oratori ha Roma non dissimili da’ loro antenati. Ma tu, come udiamo da
quelli che vengono di costà, in parte hai già
recitato, e in parte sei per recitare la tua Storia ch’è divisa in più parti; e gli elogi, che si
fanno a quella che già hai pubblicata. fan desiderare la pubblicazione del rimanente. Ho saputo inoltre che Roma fa applauso al tuo lavoro , e eh’ è comun sentimento della città che
tu sei superiore di molto a questi nostri scrittori, e che a niuno degli scrittori loro sei inferiore. Il che non solo torna in onor di te
stesso, ma di noi ancora, da’ quali sei dipartito. Prosiegui adunque a comporre di tal maniera, e a recitare pubblicamente, e a riscuotere
ammirazione e plauso; nè cessa di accrescere
nuovo ornamento a te e a noi: perciocchè la
gloria di un tal cittadino ridonda ancora in
onor della patria. Questa lettera è sommamente
onorevole, come ad Ammian Marcellino, così
a Roma non meno, ove veggiamo che non
erano ancor decaduti gli studj per modo tale,
che gli uomini dotti non fossero in pregio, e
che volontieri e con applauso non si udissero
i loro componimenti. Più altre lettere abbiamo
di Libanio ad Ammiano ep. 230, 1090, 1151,
1543), che sono pruove della stima di questo
dotto sofista pel nostro storico. E certo la