Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/715

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678 LIBRO credere ad alcuui eh’egli fosse autore del poema di Astronomia che va sotto nome di Manilio. Ma già abbiamo altrove mostrato che esso appartien certamente al secolo d’Augusto. QSalmasio afferma (in praef ad Ampellium) che esiste ancor manoscritto in alcune biblioteche un libro del nostro Mallio intitolato: De rerum natura, causisque naturali bus, de astris, ec., e il Fabricio aggiugne (Bibl. lat. t 1, p. 30 nota a) che Filippo Jacopo Maussaco pensava a renderlo pubblico. Ma nè il Salmasio dice in qual biblioteca si trovi, nè io in alcuna biblioteca, di cui sia stampato il catalogo, ho trovata menzione di questo libro, ma solo di un’operetta su’ metri poetici a lui attribuita (V. Cat. MSS. lat. Bibl. reg Paris, cod. 4841, "7350). Forse potrei recarne più distinta contezza, se potessi aver tra le mani la dissertazione che intorno a questo celebre uomo ha pubblicata Alberto Rubenio; ma non mi è stato possibile di rinvenirla. V. Col parlare di Mallio Teodoro noi abbiam detto quanto ci è giunto a notizia degli studj astronomici e matematici di questi tempi. Macrobio e Marziano Capella, de’ quali già si è favellato, mostran di averne qualche tintura, ma assai superficiale e leggera, e avvolta tra molti errori, e tra quelli ancora dell’astrologia giudiciaria. Questa era già stata dannata da Diocleziano e da Massimiano con loro legge (Cod.Justin. l.9, tit. 18, lex 2); e perciò con maggior cautela si esercitava, e solo occultamente. Quindi Firmico Materno, che ne scrisse un trattato, come già abbiamo osservato, a’ tempi de’ figliuoli »li