cominciarono ad essere gli imperadori. Nerva i"u
il primo, e dopo lui la più parte dei suoi successori fino alla caduta del romano impero.
Allora i Barbari e gli stranieri a guisa di rovinoso torrente più volte inondaron l’Italia, e
vi fissarono stanza. Or tutti questi non potendo
sperare che gli Italiani volessero apprendere gli
strani loro linguaggi, e volendo pur essere intesi, si diedero essi ancora ad usar del latino;
ma come appunto soglion fare coloro che voglion parlare una lingua cui non hanno appresa
per regole e per principj, ma solo coll’addomesticarsi e ragionare con quelli a’ quali è natia. Usavano quelle parole che vedevano usarsi
in Italia; ma spesso ancora eran paghi di dare
una terminazione latina alle parole del lor proprio linguaggio; e purchè le parole fossero in
alcun modo latine, credevano di parlare e di
scrivere latinamente, usando la sintassi, l’ordine, la costruzione medesima delle lor lingue.
Quindi noi veggiamo tanto più nuove voci di
origine barbara accrescersi alla lingua latina,
quanto più scendiamo abbasso ne’ tempi; quindi
ancora veggiamo un nuovo suono, una nuova
maniera di trasposizioni, una diversa sintassi
essere in uso ne’ diversi secoli, secondo che
diversi erano i popoli che dominavano in Italia. Con ciò a me pare che probabilmente si
spieghi non solo la rozzezza dello stile di quelli
tra gli scrittori che erano stranieri, ma di quelli
ancora a’ quali il parlar latino era natio. Questi
frammischiati co’ Barbari, che erano forse in
numero maggiore di essi, ne apprendevano la
maniera di favellare, ne adottavano le parole,