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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/106

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PRIMO 45 dunque probabile che altro non voglia egli indicare con quelle parole, se non che in Roma si erano esercitati insieme nello studio della dialettica. IX. Ciò che ha renduto più celebre il nome di Dionigi, sono il nuovo ciclo pasquale di novautacinque anni da lui ritrovato a determinare per ogni anno il dì di Pasqua, e l’uso di segnar gli anni coll’uso dell’era cristiana da lui primieramente introdotto. Intorno a che veggasi il P. Petavio (De doctr. temp. l. 12, c. 2, 3), il quale ha ancor pubblicato qualche frammento di due lettere inedite dello stesso Dionigi su tale argomento. Egli fissò il primo anno dell’era cristiana, cominciandolo dal gennaio seguente alla nascita del Redentore, all’anno della fondazione di Roma 754; nel che però credesi comunemente da’ moderni cronologi eli’ egli prendesse errore, e che la nascita del Divin Redentore si debba anticipare di 4 anni, benchè in questo numero stesso non tutti convengano. Ma non è di quest’opera l’entrare a contesa su tal quistione. Egli innoltre ad istanza di Stefano vescovo di Salona recò dal greco in latino la Raccolta de’ Canoni Ecclesiastici, e poscia ancora raccolse le Lettere Decretali cominciando da Siricio fino ad Anastasio II, oltre più altre operette ch’egli parimenti dal greco traslatò in latino, e che si posson vedere annoverate dagli scrittori di Biblioteche Ecclesiastiche, e singolarmente dal P. Ceillier (Hist. des Aut. eccl. t. 16, p. 220). Ma intorno alle Raccolte de’ Canoni e delle Decretali da lui fatte merita di esser letto ciò che ne limino