Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/118

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PRIMO 5 7 a favore d’una città più che dell’altra; poichè alcune parole nelle quali il Gatti crede che si accenni la distruzion di Pavia seguita nella guerra tra Teodorico e Odoacre, sono così generali che niuno potrà mai provare che non si possan intendere di altra città e in altro senso. Ma le conghietture che da varj argomenti si posson raccogliere, tutte son favorevoli alla città di Milano. Che in Milano vi fossero molto prima di questo tempo pubbliche scuole, l’abbiamo altrove provato. Che vi fossero in Pavia, il Gatti lo afferma, ma non ne reca in pruova alcun antico scrittore. Dunque è assai più probabile che S. Eunodio parli di una città in cui sappiamo che vi erano pubbliche scuole, che non di un’altra di cui nol possiamo accertare. In una di queste Orazioni (dì et. 9) ei raccomanda Aratore a Deuterio nell’atto di darglielo a scolaro; e racconta che di questo giovane, essendogli morto il padre, erasi (pietosamente incaricato Lorenzo vescovo di Milano , di cui dice gran lodi, e parla in maniera che sembra indicar chiaramente ch’egli tenealo presso di se. Era dunque Aratore in Milano, ed in Milano era ancora la scuola a cui S. Ennodio il condusse. Finalmente S. Ennodio fu lungamente in Milano, come raccogliesi ad evidenza e dalle sue Lettere e da’ suoi Epigrammi. Or quando vi potè egli abitare, se non da giovane, mentre attendeva a coltivare le lettere umane? Quando egli si consacrò alla chiesa, passò, come vedremo, a Pavia; ma allora attese agli studj sacri più che a’ profani, nè in Pavia perciò potè egli comporre e dire le mentovate Orazioni.