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102 LIBRO
programmate in Italiani diuhun misimus, oblinere sancì mas, sed et eas, quas postea promulgaci mus, constitutiones jubemus sub edictali propositione vulgari ex eo tempore quo snb edit tali.
programmate juerint, ctiam per partes Italiaem
obtinere, ut, una Deo volente facta republicam
legum e ti am nostrarum prolatetur auctoritas
(c. II). Era al lor Giustiniano signore di quasi
tutta l’Italia, poichè sol poche piazze rimaneano in man de’ Goti. E non è da dubitare che
Narsete, il quale per lui governatala, non la-«
cesse eseguirne i comandi. Fu adunque allorjj
ricevuto in Italia il Codice di Giustiniano, e
vedremo poscia che sotto i re longobardi an- \
cora fu lecito agl’italiani l’usarne.
VI. Le arrecate parole di Giustiniano, con
cui afferma di aver mandato in Italia un corpo
delle sue leggi, han fatto credere a molti che
il rinomatissimo codice delle Pandette pisane,
ossia fiorentine, che or conservasi in Firenze (11),
sia quel desso appunto che fu inviato in Italia
da Giustiniano, e ch’esso sia scritto per mano
del medesimo Triboniano. Il primo autore di
tal opinione fu Angelo Poliziano, il quale innanzi ad ogni altro esaminò attentamente quel
codice, e ne fece le collazioni delle quali a suo
luogo ragioneremo. Il sentimento del Poliziano
fu poscia seguito e difeso da molti altri scrittori,
i cui nomi si arrecano da Arrigo Brenemanno
(<7) Il celebre codice delle Pandette pisane conserva*
vasi lina volta nella real guardaroba in Firenze , da cui
poscia per ordine del regnante Gran Duca è stato trasportato nella Laurenziana.