Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/189

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128 LIBRO venuto di nuovo a guerra con Ariberto, essendosi questi annegato nel Tesino, fu riconosciuto a re da’ suoi Longobardi. Ma egli ancora dopo tre soli mesi lasciò morendo il regno al suo figliuol Liutprando. Niuno il tenne più lungamente di lui, perciocchè visse fino all’anno 744- Ildebrando di lui figliuolo, e da lui alcuni anni prima associato al trono, ne fu dopo pochi mesi deposto pe’ suoi vizj, e vi fu sollevato liachis duca del Friuli. Questi dopo cinque anni di regno, abbandonato spontaneamente il trono, si consacrò a Dio tra i monaci di Monte Casino. Astolfo di lui fratello e successore stese più ampiamente di tutti l’impero de’ Longobardi, perciocchè egli giunse ad avere in sua mano Ravenna e la Pentapoli tutta, che finallora era stata sotto il dominio dei Greci. Ma queste sue conquiste, e il minacciare che egli faceva ancor Roma, trassero in Italia le armi prima di Pipino, e poscia di Carlo Magno di lui figliuolo. Astolfo, e Desiderio, che verso 1 anno 756 gli era succeduto nel trono, non ebber forza di resistere a tali truppe. Quest’ultimo infelice re, dopo aver perduta tutta l’Italia, costretto finalmente l’anno 774 a render Pavia, e a darsi nelle mani di Carlo Magno, fu da lui mandato in Francia; e per. tal modo ebbe fine la serie de’ re longobardi, che era durata lo spazio di 106 anni. IV. Io son venuto finora accennando i nomi e l’età dei re longobardi, senza parlare minutamente delle imprese loro e delle loro vicende, perchè esse non appartengono punto al mio argomento. Ma ora mi convien fare una /