Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/215

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in. Sue Opere: apologia di essi-, e sinpdarnicnhde1 Dulo6’l54 LIBRO fermezza apostolica con cui si oppose così alle leggi dell’impcrador Maurizio, quando ei credette che contrarie fossero alla religione, come all’ambizione di Giovanni patriarca di Costantinopoli, che usurpavasi il titolo di patriarca universale-, le fatiche e i travagli da lui sostenuti per sollevare l’Italia dalle luttuose calamità in cui trovavasi involta, e per calmare il furore de’ Longobardi che la devastavano j il nuovo splendore e lustro da lui aggiunto alla celebrazione de’ sacri misteri, e la riforma del Canto ecclesiastico da lui felicemente eseguita, le quali cose, checchè ne dicano i Protestanti , ci mostrano eli’ egli era uom colto, e di animo grande, e di non ordinaria penetrazione- queste, io dico, e tante altre gloriose imprese del suo pontificato, ne han renduto il nome immortale, e sempre ne renderan la memoria venerabile e cara a tutti coloro che del vero merito son saggi ed imparziali conoscitori. Egli finì di vivere a’ 12 di marzo l’an (604. III. Le Opere che di lui ci sono rimaste, forman esse sole un grande elogio di questo santo pontefice. I libri morali sopra Giobbe furono il primo lavoro a cui si accingesse, perciocchè egli li cominciò nel suo soggiorno in Costantinopoli, e recolli poscia a compimento dividendoli in 35 libri; opera che sempre è stata considerata come una delle più utili e delle più istruttive, in ciò che appartiene al costume, che di tutta l’antichità sacra ci sian rimaste. Appena fatto pontefice scrisse il Pastorale, diviso in quattro libri, in cui ragiona