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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/312

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TF.RZO a5l non piccola parie in ciò ebbero gli Italiani; e che non solo non furono da Carlo Magno mandati stranieri in Italia, perchè vi tenessero scuola, ma anzi più Italiani furono da lui chiamati in Francia, e che di essi si valse a farvi risorger le scienze. XIV. Nè io voglio perciò affermare che l’Italia non debba molto essa pure a questo gran principe. Benchè il trarne eli’ ci fece molti uomini dotti per condurgli in Francia, potesse riuscirle di qualche danno, ciò non ostante in altre maniere l’impero di Carlo Magno le fu così vantaggioso per riguardo ancora agli studj, ch’ella dee serbarne eterna e grata memoria. La protezione di cui egli onorò tutte le scienze, e il favore di cui fu liberale agli uomini dotti, dovette certo aver gran forza a risvegliar nell’animo di coloro che ne eran capaci, un nobile ardore per coltivare le belle arti che vedevano essere in sì gran pregio presso il loro sovrano. E se Carlo Magno avesse avuta in Italia più stabil dimora, più lieti effetti si sarebbon veduti della sua regia munificenza nel fomentare gli studj. Ma egli costretto a dividere i suoi pensieri fra le tante diverse provincie di cui era signore, non potè rivolgersi all’Italia con quella particolar vigilanza che convenuto sarebbe a riparare interamente i gravissimi danni de’ secoli trapassati. Se. egli facesse aprire nuove scuole in Italia, non ne abbiamo notizia alcuna, come sopra si è dimostrato: anzi da ciò che dovremo dir fra non molto dell’imperadore Lottario, sembra che si possa raccogliere che anche di questi tempi rare dovean essere rotai